Ilaria è un incontro speciale. Lo scorso anno, quando per caso ci siamo imbattuti nel suo neonato progetto, la Rete Nazionale Donne in Cammino, abbiamo subito capito che insieme avremo fatto grandi cose. Ci univano gli stessi valori, lo stesso desiderio di portare il cambiamento attraverso lo strumento del viaggio. Ci siamo riabbracciati qualche settimana fa in occasione della reunion delle donne che hanno percorso la via degli dei al femminile e in quell’occasione abbiamo rafforzato i nostri propositi e gli intenti che ci accomunano: promuovere il viaggio che ispira a guardarsi dentro, quale via per una felicità profonda e condivisa. Questa è la chiacchierata che abbiamo fatto insieme.
Il grande successo che ha avuto il nostro cammino “La Via delle Dee” ci ha confermato che le donne sentono sempre di più l’esigenza di un tempo per sè, per ritrovarsi unite, ma anche per riscoprire la propria autonomia e unicità. Anche voi avete avuto questa percezione? Con quali emozioni, aspettative, sogni le donne di oggi si mettono in cammino?
Ho apprezzato la riscrittura al femminile che avete proposto con Destinazione Umana della Via degli Dei perché rappresenta bene, in modo ironico e leggero, l’esigenza delle donne di esserci di più in tutti i sensi, partendo anche dalle parole, dal nome, dalla nostra identità. Il camminare insieme rappresenta un’occasione di relazione di cui oggi tutti sentono sempre più il bisogno, sia uomini che donne, in una società che è sempre più vittima di una sensazione di isolamento cui spesso si risponde con una sterile evasione nel virtuale. Condividere i passi insieme, nella bellezza di un paesaggio naturale, è una risposta positiva e reale al bisogno di contatto umano e di dialogo, di empatia, di confronto e rispecchiamento con gli altri. E’ questo principalmente che le donne, ancor più degli uomini, cercano nel cammino e che spiega la ragione del crescente successo della Rete Nazionale Donne in Cammino e di progetti che promuovono il cammino delle donne come la Via delle Dee o anche Donne di Montagna in Trentino. Al bisogno di condivisione le donne aggiungono anche il desiderio di trovare del tempo da dedicare a se stesse e il cammino diventa una sorta di “stanza tutta per sé”.
Questa esigenza emotiva emerge in modo evidente dalla galassia della community social Ragazze in Gamba della Rete Nazionale Donne in Cammino. Ogni giorno in questo gruppo vengono condivise storie di cammini realizzati in tutta Italia e anche all’estero, di donne da sole o in gruppo, che raccontano con passione e grande partecipazione esperienze di scoperta di territori, vere e proprie immersioni nel fascino della natura, ma anche storie di crescita personale, di riscatto, di superamento di limiti interiori e paure indotte dal contesto sociale che viviamo che in Italia è ancora molto indietro sul fronte della parità di genere. Le Ragazze in Gamba della Rete e le donne in cammino, in generale, dimostrano tutti i giorni che i limiti si possono superare e danno vita a una figura femminile che è una nuova icona di forza, intraprendenza e libertà non disgiunta da sensibilità, gentilezza e generosità.
Chi sono le donne che si mettono in cammino?
Siamo in una fase di crescita di interesse incredibile del mondo dei cammini in Italia e le donne che si appassionano al camminare e all’escursionismo sono sempre di più. Affianco a tante guide escursionistiche che hanno trovato nel camminare una occasione di lavoro e uno splendido green job che fa bene all’ambiente e promuove i valori della sostenibilità, e accanto a delle Pellegrine esperte che hanno alle spalle migliaia di km di percorsi fatti a piedi, esistono poi tantissime donne che stanno muovendo i primi passi, letteralmente. La community delle “Ragazze in Gamba” è un abbraccio accogliente proprio per queste persone che, dopo essersi lasciate ispirare dai racconti dei cammini degli altri, decidono di mettersi in viaggio e cercano consigli, suggerimenti, appoggio e compagnia per condividere la strada con delle nuove amiche. Il cammino è una potente metafora della vita e come per la vita le donne in cammino sono di tutti i generi, di tutte le età e con le esigenze più diverse. Non si può elaborare un profilo della “donna in cammino” come si potrebbe fare per un qualsiasi settore del marketing turistico. Al contrario. La particolarità del mondo dei cammini è che raccoglie e connette persone molto varie unite solo da un fatto: la voglia di tracciare la propria strada nella vita, trovare la propria voce, innescare un processo di liberazione interiore profonda. Sono passaggi esistenziali che prima o poi ci troviamo a vivere tutti, chi prima e chi dopo, e il bello è che il cammino è sempre lì, non ha fretta e non scappa. Quando ci sintonizziamo sulla lunghezza d’onda della lentezza di un passo, della attenzione alle piccole cose, ai gesti, alla ritmicità di un procedere che attraversa serenamente un paesaggio, siamo pronti per metterci in cammino e da lì la nostra vita non sarà più quella di prima. In qualche modo il cambiamento accadrà.
Sono tante le storie di “donne in gamba” che si sono messe in cammino e di cui la vostra rete ha fatto da megafono: ti va di raccontarcene qualcuna?
La Rete Nazionale Donne in Cammino svolge un intenso lavoro di promozione ed è diventato un “megafono”, come ben dici, di bellezza, valori positivi e armonia che dà voce alle donne, alle loro storie, emozioni, progetti e anche sogni nel cassetto. In quest’intenso primo anno di attività siamo riusciti nel nostro intento di “dare voce alle donne” grazie a tantissimi articoli usciti sulla stampa, attraverso la pagina social e il gruppo delle Ragazze in Gamba con circa 60 mila post mensili e grazie anche a Radio Francigena per la quale curo una rubrica settimanale dedicata alle donne in cammino.
Una storia scoperta recentemente che mi ha appassionata è quella di una giovane ragazza pugliese, Federica Miglietta, laureata in Ingegneria Civile e Ambientale, che ha vinto un bando regionale e ha inventato e lanciato un nuovo cammino nel Sud Italia, il Camino del Salento, un itinerario che raccoglie già consensi e numerosi pellegrini provenienti anche dall’estero. Penso che quella di Federica sia una storia importante da far conoscere oggi in un Paese in cui sempre più i giovani vogliono partire e lasciare i propri territori. E’ un caso di successo che dimostra che si può fare impresa con la cultura e riuscire a vincere sfide che possono sembrare difficili o addirittura impossibili, diventando pionieri di un nuovo modo di concepire la passione per i cammini abbinandola anche a una sostenibilità economica che, ricordiamolo, vuol dire autonomia e quindi empowerment. Il Cammino del Salento secondo Federica è la metafora perfetta del fare impresa nel Sud. Per dirlo con le sue parole “è un percorso che abbraccia gente ricca di valori, colori, sapori e identità diverse. All’arrivo troverete una carica d’energia pazzesca. Quella che vi ha trasmesso il territorio al quale non ho saputo rinunciare. La mia sfida è far capire a tutti che bisogna ritrovare se stessi guardando alle proprie radici più profonde e riscoprendo il valore delle piccole cose, ma con uno sguardo sempre globale e interconnesso. Solo pensando e camminando per piccoli passi si può raggiungere una meta che non sapevamo nemmeno noi. Le difficoltà sono diventati i miei punti di forza. Un territorio sconosciuto a molti è diventato la scena, il disastro dei trasporti è un problema marginale per chi cammina e le donne che incontro ogni giorno sono la mia forza. La mia storia è quella di tante donne, fatta di passione e voglia di fare”.
In che modo, quindi, il camminare può essere un’azione in qualche modo rivoluzionaria, di forte cambiamento?
Questa è una domanda bellissima, quasi filosofica. Il cammino non ha nessuna delle caratteristiche della performance ed è l’azione più naturale dell’uomo. La facciamo tutti i giorni senza rendercene conto. Come tutte le azioni naturali che caratterizzano la nostra esistenza ci fa bene, come l’arte, la lettura, il contatto umano, il dialogo. Tutti questi ambiti non sono scollegati. Camminando li possiamo agire tutti insieme e anche contemporaneamente. Per esempio, possiamo dire che camminando diventiamo anche degli artisti, perché entriamo in contatto con la nostra parte creativa e ci lasciamo ispirare dalla successione formidabile di quadri naturali che la realtà ci offre. Tutto ciò non è un miracolo e accade semplicemente perché camminando apriamo i nostri canali percettivi e siamo in grado di vedere meglio e trovare uno sguardo diverso sul mondo. La rivoluzione che si realizza camminando è una conversione del nostro atteggiamento che non tende più all’accumulo ossessivo di sensazioni e al consumo di esperienze in modo convulso come la società ci spinge a fare, ma, al contrario, ad andare verso una “decrescita felice”. Questo cambiamento rappresenta una scelta gentilmente e positivamente sovversiva oggi che può dare una mano anche al movimento ambientalista e rappresentare un punto di riferimento per uno stile di vita più sostenibile.
A quasi un anno dalla sua nascita, quali conquiste ha regalato e quali sviluppi ha avuto la Rete? E cosa riserva il futuro?
La conquista più grande che ha relato la Rete è stato dare vita a una vera e propria “economia del dono” attraverso le attività del gruppo delle “Ragazze in Gamba”. E’ un luogo virtuale dove si esprime una intelligenza collettiva che crea valore attraverso l’aiuto reciproco. E il bello è che dal virtuale poi si passa al reale e si cammina insieme. Nascono nuove amicizie e gruppi di cammino in tutto Italia, connettendo storie di vita e articolando una rete fatta di amicizia, ispirazione, empatia.
Per il futuro immediato, il prossimo appuntamento importante è per l’8 marzo data in cui lanciamo la prima edizione di una festa che poggia i piedi nella tradizione, ma la rivoluziona modificando leggermente il suo nome e dando vita alla prima edizione dalle “Festa delle Donne in Cammino”. Nella riscrittura di questa festa è rinchiuso un passaggio di senso fondamentale. Vogliamo dire che le donne oggi sono in cammino e lo stanno dimostrando in ogni campo. Occorre rimarcarlo al di là di ogni retorica e ribadirlo con forza perché la società italiana ha ancora delle gravissime arretratezze culturali che portano a delle situazioni paradossali e lesive per il rispetto delle donne. Abbiamo lanciato una “Call to Walk” nazionale per organizzare dei cammini in tutta Italia e hanno risposto tantissime “ragazze in gamba” della Rete Nazionale Donne in Cammino e anche vari uomini che, voglio sottolinearlo, partecipano attivamente alle nostre esperienze e danno un importante contributo. Il nostro hashtag è #50MilaPassiAvanti. Un numero che rappresenta quello delle persone che seguono la Rete Nazionale Donne in Cammino, ma che è anche un invito a esserci, fare non uno, ma migliaia di passi avanti, 50 mila e anche molti di più.
Un consiglio per chi è titubante e ha paura di mettersi in gioco in questo tipo di esperienza: come donna, perché partire per un viaggio a piedi?
Se dovessi convincere una amica a mettersi in cammino, le sorriderei semplicemente e le direi che camminando si sorride di più. Può sembrare poco, ma penso che la motivazione oggi passi più dai fatti che dalle parole. Viaggiare ci offre una incredibile opportunità di scoperta. Farlo a piedi la moltiplica perché andando piano consentiamo alla realtà di sprigionare la sua meraviglia che, come un fiore, sboccia lentamente. Anche noi, come donne, possiamo meravigliosamente fiorire nel nostro cammino e meritiamo di farlo. Non permettiamo a nessuno di dirci il contrario e, un passo dopo l’altro, brilliamo di luce, forza e bellezza.
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