Se vuoi rimetterti insieme, come Elena

Viaggiare con Destinazione Umana per molte camminatrici è sinonimo di introspezione, ma non per tutte. C’è anche chi, come Elena, vede in questo viaggio uno scopo più motivazionale. Un’avventura in cui puoi sfidare te stesso senza competizione, in un contesto che ha lui per primo cura di te.

Se avete letto l’intervista di Liana, avrete forse notato che nella foto di copertina accanto a lei spicca un secondo sorriso: è quello di Elena, una viaggiatrice che mi ha davvero affascinato. Se non vi fermate ai vestiti quasi sempre neri, perché “così è tutto più facile da abbinare”, vi accorgerete che dietro a quel look che definisce total black c’è un’anima passionale, forte, tenace, colma di un’energia molto più simile al suo amato colore rosso, per intenderci. La stessa energia che mette con tutta se stessa nel tempo libero, quando va in palestra e spezza la routine del lavoro da impiegata e del piccolo paese nella pianura padana in cui vive.

Anche i viaggi per Elena, in passato, avevano il sapore di un vestitino nero: piacevoli, comodi, abitudinari. Stessa spiaggia e stesso mare, canterebbe qualcuno, con una valigia bella carica del “non si sa mai”. Ma l’energia del “rosso” spinge, spinge sempre di più… e adesso per Elena è arrivato il momento di cambiare.

La comodità del trolley ha lasciato il posto alla leggerezza, al potersi accontentare; la sicurezza della consuetudine è stata sostituita dalla voglia di novità.

Prima mi piaceva il mare, stare in spiaggia tutto il giorno, sempre nello stesso posto. Adesso invece ho bisogno di un viaggio più dinamico, che mi faccia muovere -a piedi, in bici…- ma soprattutto che mi faccia scoprire qualcosa di nuovo. Se un posto non l’ho mai visto non posso escluderlo. Sono comunque prospettive diverse.

Con questo spirito, due anni fa si imbatte in un articolo che descrive alcuni viaggi per sole donne. Tra questi, viene istintivamente attratta dal Kalabria coast to coast di Destinazione Umana. Eppure… Eppure le sembra troppo lontano, con camminata troppo lunga… tutto troppo (“sbatti”). Sceglie allora una meta della stessa organizzazione per lei più vicina e comoda: il lago di Como. Ma l’Universo -si sa- ci dà sempre una spinta verso la nostra reale “destinazione umana”. Il weekend sul lago di Como salta e quando Silvia le chiede se preferisce avere un rimborso o cambiare viaggio, Elena sa già qual è la risposta: la Calabria la attende.

I timori c’erano, non avevo mai fatto un viaggio simile, non conoscevo nessuno… Non sapevo come sarebbe andata. Ma volevo capire se ne sarei stata capace. E alla fine che sia andata da sola è stato un bene: se avessi conosciuto qualcuno mi sarei sicuramente lamentata della fatica, magari mi sarei fermata. Invece no. Sono andata avanti. Ce l’ho fatta. È stato faticoso? Sì, ma di quelle fatiche che impari a fare, di quelle fatiche che fanno bene.

L’esperienza è stata per Elena molto positiva, complici anche le premure di Silvia, l’estrema cura e le attenzioni offerte, il contesto, l’atmosfera che ha trovato grazie a quelle compagne di viaggio prima sconosciute, sì, molto più grandi di lei, anche, ma che nel mentre sono diventate amiche.

Per questo dopo il Kalabria coast to coast ha scelto diversi Weekend alle Terme con Destinazione Umana, oltre alla più impegnativa ma arricchente Via delle Dee e alla Via del Sale, che in autunno la porterà alla scoperta dell’Appennino ligure piemontese.

Non è la parte più introspettiva che la attrae, anzi, forse un po’ la teme. Cerca più l’incontro con il nuovo: nuovi luoghi, nuove persone, nuove sfide in cui buttarsi. Eppure, in tutto questo nuovo, finisce con lo scoprire ogni volta anche una nuova Elena.

Quei cinque giorni in Calabria, trascorsi tra cammino, mare, relax, chiacchiere, voglia di scoperta, l’hanno aiutata a “rimettersi insieme” in un contesto nuovo, ma comunque protetto. E a chi ha i suoi stessi timori iniziali a partire e le chiede perché dovrebbe farlo, risponde che, al contrario, “Non c’è nulla per cui dovrebbe non-farlo”.

Destinazione Umana è un contesto che non ti fa mai sentire sola. Ti consiglia cosa portare, cosa non occorre portare. E in viaggio puoi anche non guardare la strada, in un certo senso: c’è qualcuno che lo fa per te, che ti guida nel cammino, ti dice quando è bene fermarsi. È una realtà in cui non devi avere preoccupazioni.

E forse è proprio quando non hai pre-occupazioni, magari immersa nella natura, che ti ritrovi finalmente e inaspettatamente a occuparti di te.

[Questa intervista fa parte della nostra nuova rubrica “Le interviste di Chiara” a cura di Chiara Monteforte]

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